Nazionale Siria: l’ultimo miracolo dell’hombre vertical

24 Gennaio 2024 alle 11:53

Héctor Raúl Cúper è un allenatore di calcio ed ex calciatore argentino, commissario tecnico della nazionale siriana. In Italia è ricordato per avere guidato l’Inter nel biennio 2011-2003. Piaceva per la rettitudine morale e per la parlantina sciolta. Allenatore giramondo, è stato alla guida di Huracan, Lanus. Maiorca, Valencia, Inter, Betis Siviglia, Parma, Aris Salonicco, Racing Santander, Orduspor, Al-Wasl. Dopo l’esperienza nel club si è dedicato alle nazionali: Georgia, Egitto, Uzbekistan, Repubblica Democratica del Congo. Adesso è al soldo della nazionale siriana, con la quale ha appena compiuto un’impresa storica. In Coppa d’Asia la nazionale allenata da Hector Cuper è riuscita a qualificarsi per la prima volta nella sua storia agli ottavi di finale del torneo. Un evento unico, emozionante, che ha fatto crollare in diretta televisiva al termine della gara e al momento dell’intervista al c.t. interprete e giornalista, in un pianto di gioia a rappresentanza di un intero popolo martoriato dalla guerra. Un’emozione che non ha voce, ma solo lacrime. Di gioia e di liberazione, perché il calcio ancora una volta ha permesso di cancellare anche solo per 90′ tutti i drammi che un intero Paese porta da sempre con sé. Come la Siria, una delle terre di eterno conflitto, iniziato nel 2011 e che va avanti ininterrottamente da 13 anni, causando più di 300.000 vittime e migliaia di profughi. Il tutto è stato reso possibile grazie appunto ad Hector Cuper, il tecnico argentino approdato sulla panchina della Siria come c.t. nel febbraio 2023 proprio per costruire l’impresa che tutti desideravano ma che nessuno aveva osato sperare: arrivare in Coppa d’Asia per restarci il più a lungo possibile. Martedì 23 gennaio, a distanza di quasi un anno, la missione è stata raggiunta: battendo l’India nell’ultima partita valida per il Girone B, la Siria si è qualificata tra le prime 16 giocandosi così gli ottavi di finale. L’impresa è arrivata precisamente al 76′ quando Khribin ha reso l’incantesimo tangibile segnando il gol partita che è valso i 3 punti fondamentali per scalare la classifica dei ripescaggi. La Coppa d’Asia era partita ovviamente in sordina per la Siria, non di certo tra le favorite, tanto che il pareggio al debutto contro l’Uzbekistan e la sconfitta contro l’Australia non avevano fatto sperare in alcunché di buono: un gioco approssimativo, zero gol all’attivo, qualificazione che era un miraggio. Invece, negli ultimi 90′ tutto si è capovolto, inaspettatamente a tal punto che anche in diretta tv non si è retto alle emozioni. Una vittoria storica che ha un valore aggiunto ulteriore, specificato proprio dallo stesso allenatore nelle interviste successive: “Questo è un Paese colpito duramente dai problemi alle frontiere, ma al momento non ce ne sono, Damasco è una città tranquilla. Naturalmente, se le cose si complicano, non rimarrò. Nessuno mi obbliga a vivere in Siria, ma voglio essere qui. Alcuni giocatori avevano problemi legati al terrorismo, hanno sofferto molto, ma ho visto che hanno dimostrato il temperamento per superare le avversità.”

di Cristiano Mezzi
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