Serie A, cuore Milan: Udinese k.o.
Serata da tregenda a San Siro, con il Milan rimasto con un uomo in meno alla mezz’ora del primo tempo per il rosso a Reijnders e una vittoria meritata con il cuore letteralmente in mano. L’Udinese poca cosa anche con un uomo in più, tanto è vero che Maignan non ha effettuato una parata degna di nota. Andiamo con ordine, confermata l’esclusione di Leao ad andare in rete al 13′ è stato proprio il suo sostituto Chukwueze al termine di una bellissima azione. A passare la palla vincente al nigeriano il “solito” Pulisic ormai punto fermo per Fonseca. Il Milan è apparso solido e concreto fino al rosso all’olandese per una chiara occasione da gol con Lovric ultimo uomo in fuga. Ma permangono dubbi sull’effettività del contatto. Ridotti in dieci i rossoneri non si sono persi d’animo e si sono attrezzati per resistere con un chiaro 4-4-1 con lo scivolamento di Pulisic a fianco a Fofana. Nella ripresa è entrato Musah per Okafor e si è sistemato accanto al mediano francese, con il ritorno di Pulisic sulla fascia. Proprio l’americano ha avuto l’occasione del raddoppio verso la parte finale della sfida, solo un miracoloso Okoye ha deviato la sfera e in quella situazione si è fatto male alla spalla Abraham (subentrato a Morata al 71′). L’inglese era da poco entrato ed è uscito in lacrime fra gli applausi del pubblico locale. Al 93′ flipper in area milanista e rete fortunosa di Kabasele, annullata per fuorigioco! Altri 4′ ed è festa al Meazza, il Milan incamera tre punti importanti e respira in vista del decisivo confronto con il Club Brugge in Champions League. Questa vittoria spiega che la squadra ha imparato a soffrire e ad essere solidale. Pollice verso però per Fonseca: con i bianconeri protesi in attacco avrebbe fatto comodo la velocità di Leao, le questioni di vendetta sono da piccoli allenatori e il portoghese per questa situazione e altre cose non si sta dimostrando all’altezza. Quanto agli uomini di Runjaic c’è molto di casuale e fortunoso nei 10 punti in classifica, se pensiamo che contro il Lecce ci è voluto un numero su punizione di Zemura per sfangarla a Udine. Il dogma è sempre il 3-5-2 e stasera era opportuno con un uomo in più avere il coraggio di cambiare modulo e passare al 4-3-3. Evidentemente la famiglia Pozzo quando assume allenatori impone l’utilizzo del 3-5-2, non si spiega altrimenti. Infine, nota finale sull’arbitraggio di Chiffi: personalità zero, scelte sui cartellini molto personali e in generale un atteggiamento indisponente.
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