SECONDA CARTA COVISOC. GRAVINA: “CULTURA DEL SOSPETTO”
I legali di Fabio Paratici e Federico Cherubini si sono mossi nei confronti della Figc per chiedere la cosiddetta seconda “Carta segreta Covisoc”, datata 31 marzo 2021, e la Procura della Figc ha immediatamente assecondato le richieste degli avvocati dei due direttori sportivi,questa volta senza passare per un nuovo processo. La nuova carta, di fatto, contiene la comunicazione dal presidente della Covisoc Paolo Boccardelli diretta al procuratore federale Giuseppe Chiné, che precedeva quella già consegnata in seguito al ricorso al Tar degli avvocati di Cherubini e Paratici.
Il contenuto della seconda carta Covisoc
Anche in questo caso, così come nella prima carta Covioc consegnata a seguito della decisione del Tar Lazio confermata poi dal Consiglio di Stato, la Juventus non è mai nominata e il presidente della Covisoc si limita a parlare di “situazioni gestionali che meritano un attento monitoraggio” in vista di “potenziali iniziative istituzionali”. Una carta che si confà di sole due pagine, inviate a Chiné e per conoscenza al presidente federale Gabriele Gravina.
Gravina: la cultura del sospetto
Il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Gabriele Gravina, messo in copia negli ormai celebri scambi di mail fra il presidente della Covisoc e il procuratore federale Chiné e tirato in ballo per le questioni legate alle ormai celebri carte Covisoc: “Nel nostro Paese c’è una cultura del sospetto diffusa.E’ una strategia, un metodo di lavoro che fa parte del nostro paese e mi stupisce che si segua questa cultura. Capisco le diverse strategie, ma è evidente il modo di lavorare all’interno della Figc che io ho dichiarato dal primo istante, tracciando perfettamente i contenuti di quelle due mail. Non c’è niente di strano, ho chiesto alla Covisoc di fare accertamenti per forme di studio e la Covisoc rileva, tutto qui. E’ una modalità operativa di studio che si è trasformata in una forma di esaltazione, una modalità per trovare un grimaldello”.
La distorsione delle norme sportive
“Il problema è nel momento in cui si tenta di violentare le norme del codice di giustizia sportiva: non possiamo andare al di fuori di quelle norme. Capisco le strategie che si stanno portando avanti, ma serve un senso di responsabilità da parte di tutti per atterrare in un periodo che consenta al campionato di vivere il suo naturale percorso e alle parti di accettare i verdetti degli organi di giustizia. Poi sicuramente arriverà un momento in cui bisognerà porre un punto fermo”.
Il verdetto del campo
“Il campionato emetterà un suo verdetto che mi pare che il campo stia delineando in maniera molto chiara. Noi rimaniamo in attesa del giudizio del Collegio di Garanzia per una sola società. Ci sono altre verifiche da parte della procura, non so se saranno definite in questo campionato o in momenti successivi ma la giustizia deve seguire il suo corso”.
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