Roma, l’ultimo Juric fra ripicche e veleni: i dettagli
L’avventura romana di Ivan Juric è partita con il piede sbagliato, lo spogliatoio era tutto con Daniele De Rossi. Appena sbarcato a Trigoria il tecnico croato ha portato la squadra a cena e ha fatto un discorso di questo tipo: “Ora ci sono io, bisogna ripartire e dimenticare la vecchia gestione”. E’ stato il primo autogol, i giocatori erano legatissimi anche ai membri dello staff tecnico di DDR. Il carattere spigoloso dell’ex allenatore del Torino (triennio anonimo in granata) è stata la miccia che lo ha portato allo scontro con i senatori della squadra, guarda caso fedelissimo della vecchia guida tecnica ed esautorati uno dopo l’altro o comunque criticati pubblicamente a mezzo stampa. Errore gravissimo, il predecessore lavava i panni sporchi in famiglia. Rimanendo fedele al proprio modo di essere Ivan Juric ha perso la squadra, ormai è un sopportato in casa e lo avverte, ma l’orgoglio gli impedisce le dimissioni. Inoltre, il durissimo scontro verbale negli spogliatoi di Firenze che stava sfociando in rissa con Gianluca Mancini è stata la pietra tombale nel rapporto fra mister e giocatori, ovviamente schierati dalla parte del difensore centrale. Il d.s. Florent Ghisolfi è dalla sua parte, ma è isolato anche lui e si piegherà ai diktat in arrivo dagli States. A fine stagione anche il dirigente francese lascerà la Capitale con ogni probabilità. L’attuale allenatore guiderà la squadra contro il Torino prima di essere congedato per sempre (a meno che non accada qualcosa fra oggi e domani). La tifoseria nel frattempo spinge per Claudio Ranieri e Daniele De Rossi, sarebbe la soluzione migliore per tutti, ma a quanto pare gli americani non hanno l’abitudine a fare ammenda. Lo vediamo anche nel Milan con Gerry Cardinale incapace di ammettere il grave errore fatto con l’addio a Paolo Maldini. Il calcio italiano dovrebbe tornare nelle mani di imprenditori italiani.
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