
Milan, come ripartire dopo il disastro?
La Coppa Italia ha emesso il verdetto, incoronando il Bologna, la squadra emiliana ha vinto meritatamente con una prova importante. I rossoblù hanno avuto più fame, voglia e personalità. A fine gara dal settore dei tifosi rossoneri sono partiti copiosi gli insulti a Paolo Scaroni (messo a nudo dalle parole di Zvonimir Boban e ancora prima da quelle di Paolo Maldini) e Gerard Joseph Cardinale. Una squadra storica come il Milan non può vivere annate complesse e anonime, il problema è alla piramide: un presidente che non c’entra nulla con il calcio e inviso all’intero stadio, un amministratore delegato che non ha mai fatto calcio, un ex attaccante inventatosi dirigente da un giorno all’altro e senza nemmeno apparire nell’organigramma. Non solo, il Milan appartiene a un proprietario totalmente assente e capace di mandare via gente di calcio come Paolo Maldini e Frederic Massara. Si è parlato per mesi di un nuovo direttore sportivo (a questo punto difficilmente arriverà con questi chiari di luna) e non si è partiti in anticipo con la programmazione e pianificazione della stagione sportiva 2025/26. Ad oggi non si sa se Mike Maignan e Theo Hernandez rinnoveranno e anche con Christian Pulisic c’è stato un rallentamento perché l’americano vuole vederci chiaro su programmi e ambizioni (come è giusto che sia). Ci sarebbe poi la questione allenatore, ma proprio la guida tecnica è un falso problema: se non c’è una società forte alle spalle puoi pure prendere un Jurgen Klopp e avere gli stessi risultati. Sergio Conceicao ha lavorato bene, creando un gruppo compatto e valorizzando alcuni giocatori, sarebbe molto interessante vederlo lavorare da luglio. Poi, se decideranno di prendere un altro allenatore, almeno che sia italiano. Girano i nomi di Maurizio Sarri, Massimiliano Allegri (in orbita Roma) e Vincenzo Italiano. Con la speranza che chiunque arrivi abbia alle spalle una dirigenza forte, tipo i Marco Di Vaio e Giovanni Sartori della situazione: veri e propri uomini di calcio.
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