LIGA: ESPLODE IL CASO VINICIUS JR
Calcio estero, dilaga il caso Vinicius Jr dopo l’episodio di razzismo nei suoi confronti. Allo stadio Mestalla di Valencia i cori razzisti sono stati uditi chiaramente, facendo infuriare il giocatore, i compagni di squadra e l’allenatore Carlo Ancelotti. Quest’ultimo ha preso le difese del suo attaccante, con frasi durissime pronunciate dopo la partita: «Non voglio parlare di calcio, voglio parlare di quello che è successo, penso sia più importante della nostra sconfitta. Sono molto calmo, ma quello che è successo oggi non dovrebbe succedere. Che uno stadio gridi “scimmia” a un giocatore e che un allenatore pensi di toglierlo per quello. C’è qualcosa che non va in questo campionato». Il tecnico ha poi raccontato che il giocatore voleva lasciare il campo: «Gli ho detto che non mi sembrava giusto perché non era colpa sua, non era lui il colpevole. Detto questo, abbiamo un problema, cioè non ce l’ho io, ma ce l’ha la Liga. È stato lo stadio intero, non solo una persona, come in altre occasioni. In questi casi si deve fermare la partita e lo avrei detto anche se avessimo vinto 3-0». Parole importanti, colme di saggezza. Addirittura a nulla è valsa la sospensione della partita per 10 minuti, decisa dall’arbitro De Burgos Bengoetxea. La polizia nazionale spagnola ha arrestato tre giovani a Valencia per gli insulti razzisti rivolti a Vinicius Jr durante la partita di domenica. La notizia arriva dopo che gli agenti hanno arrestato altre quattro persone a Madrid con l’accusa di crimine d’odio per aver appeso a un ponte un manichino impiccato con la maglia del giocatore il 26/01/2023, prima del derby della capitale tra Real Madrid e Atletico Madrid. A supporto della tristezza del nazionale verde oro anche un comunicato del Valencia: “Il Valencia CF desidera confermare che la polizia ha identificato finora un totale di tre tifosi che avevano insultato Vinícius Jr durante la partita dello scorso fine settimana contro il Real Madrid. Il Valencia CF sta collaborando con le autorità nelle loro indagini per fermare il razzismo a Mestalla. Il Club ribadisce la sua ferma condanna contro il razzismo e la violenza in tutte le sue forme e sta agendo con forza contro tutte le persone identificate con la misura più severa, bandendole a vita dal nostro stadio. Il Club non tollera attacchi razzisti. Il razzismo non ha posto nel nostro club. Abbiamo dimostrato con le nostre azioni concrete in passato e per molti anni di essere un club rispettoso. Negli ultimi anni il Club ha guidato la lotta contro il razzismo e ha spinto per stabilire protocolli contro il razzismo negli stadi. Abbiamo anche dato l’esempio. Nel 2019 abbiamo bandito a vita un tifoso dal nostro stadio per un gesto fascista nella trasferta di UEFA Europa League”. Poi, però, la società ha anche difeso l’altra parte dello stadio: “La partita contro il Real Madrid è stata trasmessa in diretta edè totalmente falso che l’intero stadio stesse urlando commenti razzisti. C’erano molte confusioni e disinformazione nel pubblico. Il Valencia CF chiede responsabilità e rigore. Questa è una questione molto delicata e tutti devono essere concreti. Non possiamo accettare l’etichettatura del valencianismo come tifoseria razzista. Non è vero. Chiediamo rispetto. Il razzismo non ha posto nel calcio o nella nostra società. Il Valencia CF condanna fermamente il razzismo. INSIEME CONTRO IL RAZZISMO”. L’episodio ha avuto una cassa di risonanza a livello mondiale, tanto che la famosa statua in stile decò del Cristo Redentore di Rio de Janeiro è stata spenta per un’ora, alle 18 locali, in segno di solidarietà nei confronti del giocatore. Un’iniziativa nata dai gestori del santuario in collaborazione con la federcalcio brasiliana e l’Osservatorio sulla discriminazione razziale nel calcio.
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