MANCINI D’ARABIA SOTTO PRESSIONE, ARIA DI DIMISSIONI?

15 Settembre 2023 alle 16:31

Dopo l’addio alla nazionale azzurra, con una comunicazione ritenuta sbagliata nei modi e nei tempi, Roberto Mancini è sotto pressione in Arabia Saudita. Ha perso le prime due amichevoli, scatenando critiche da parte di stampa e social. Ha fatto male soprattutto la sconfitta con la modesta Costa Rica. E il c.t. dovrà dare subito spazio ai giovani per il grande obiettivo della qualificazione al Mondiale al via il 16/11/2023.  L’avventura araba è iniziata a Newcastle, ed è partita con due sconfitte: 3-1 con la Costa Rica e 1-0 con la Sud Corea. E se a Riad e Gedda la seconda caduta non è stata considerata granché rovinosa, vista la qualità dell’avversario, la prima ha fatto molto male. Anche perché 4 giorni dopo la stessa Costa Rica ha perso 4-1 con gli Emirati Arabi, Paese (e nazionale) che per l’Arabia Saudita è punto di riferimento preciso. La trasferta inglese è stata disastrosa per la comitiva saudita, anche perché a Saint James’ Park è andata in onda una contestazione da parte dei tifosi del club inglese che prima delle due gare si sono lamentati per la concessione dello stadio alla nazionale saudita, accusata dai fedelissimi delle Magpies di essere l’elemento visibile di un regime non propriamente libertario. Ricordiamo che il Newcastle è stato acquistato dal Pif, il fondo saudita che quest’estate ha acquisito anche il 70% dei quattro grandi club della Saudi Pro League, Al Hilal, Al Ittihad, Al Ahli e Al Nassr. Proteste prima delle gare, prestazioni opache durante. E visto che in Arabia Saudita il calcio lo prendono maledettamente sul serio la situazione è piuttosto tesa. Per i Green Falcons i due rovesci inglesi hanno allungato a sei partite la striscia di sconfitte consecutive. Dopo aver battuto l’Argentina nell’esordio del Mondiale in Qatar, l’Arabia Saudita ha perso 8 dei 9 incontri disputati, battendo solo lo Yemen. L’addio del tecnico francese Hervé Renard ha gettato la nazionale nello sconforto, l’arrivo di Roberto Mancini non l’ha ancora risollevata. È troppo presto per giudicare l’operato dell’italiano, la stampa saudita non ha risparmiato critiche ma se l’è presa con la Federazione e con Mohamed Ameen, che era assistente di Renard e ha mantenuto lo stesso ruolo con Mancini: sono stati loro a fare le convocazioni, ed è il loro ruolo ad esser finito nel mirino di una stampa esigente e delusa. Il Mancio dopo la gara con la Sud Corea è andato in tv e ha promesso di studiare tanto e subito e di voler dare spazio ai giovani per cercare un ricambio generazionale che in Arabia Saudita ritengono necessario. Il problema per il ct italiano è il tempo, ha tre settimane per cercare di vedere più partite possibili, e poi sarà già di nuovo tempo di convocazioni: il 13 e il 17 ottobre in Portogallo l’Arabia Saudita sfiderà in amichevole Nigeria e Mali, due nazionali qualificate per la prossima Coppa d’Africa. Poi si farà sul serio: il 16 e il 21 novembre l’Arabia inizia le qualificazioni al Mondiale del 2026: la prima partita contro la vincitrice del playoff tra Cambogia e Pakistan, la seconda contro la Giordania. Il 16 gennaio l’Arabia inizierà la Coppa d’Asia in Qatar. Quattro mesi per dare forma a una squadra al momento depressa, criticata e alla ricerca di sé stessa. In un Paese che ha scarsissima pazienza calcistica. Stando a quanto filtra, le prossime convocazioni saranno decise personalmente da Roberto Mancini e dai suoi fedelissimi. Altrimenti il c.t. rassegnerà le dimissioni clamorosamente, la dirigenza federale ne ha preso atto.

di Cristiano Mezzi
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