TERREMOTO JUVE. LA PROCURA: QUASI TUTTI SAPEVANO

6 Dicembre 2022 alle 15:33

Il terremoto Juventus si arricchisce sempre più di nuovi dettagli. Retroscena, frasi, dichiarazioni, emerse dalle varie intercettazioni raccolte dalla Procura di Torino. Tutti sapevano, afferma la Procura.  Coinvolti in varie conversazioni l’ormai ex presidente bianconero Andrea Agnelli con il cugino John Elkann, presidente di Exor, ma anche con alcuni dirigenti bianconeri come Maurizio Arrivabene. Nell’occhio del ciclone Fabio Paratici per via del suo modus operandi con altri dirigenti e i timori per le ispezioni della Consob. Ecco perché nelle ultime sta prendendo sempre corpo l’idea che la Juventus stesse agendo in maniera consapevole e condivisa.

Per tale motivo il club sarebbe a serio rischio retrocessione in Serie B. È quanto afferma Mattia Grassani, avvocato esperto di diritto sportivo e legale del Napoli che ha parlato a “Radio Anch’io” su Radio Rai della vicenda legata ai bianconeri. “Questa è l’indagine più pesante e grave che la Juve ha subito nella propria storia, forse anche superiore a quella di Calciopoli – ha detto – le fattispecie sia di reato, sia di violazione di norme borsistiche, norme societarie e sportive abbracciano un’arco di comportamenti illeciti, siamo ovviamente alle ipotesi, che non ha precedenti”.

Operazioni fatte con il via libera da parte della stessa società e della proprietà consapevole della situazione e per questo motivo convinta ad andare avanti su questa linea. I pm sono dunque sicuri di questa tesi che con l’avallo di Elkann e Agnelli renderebbe ancora più grave la posizione della Juventus. “Lì ormai son diventati talmente esperti a fare i trucchetti” diceva a tal proposito Maurizio Arrivabene in riferimento all’area finanza del club che aveva ormai, da quello che trapela, un modus operandi ben consolidato per far quadrare i conti. Una prova tangibile della loro tesi da parte dei magistrati che infatti scrivono: “Una decisione aziendale complessiva, imposta e condivisa dai vertici”.

Dentro la Juventus tutti sapevano dello stato comatoso dei conti e delle “manovre correttive”, studiate per “alleggerire” i bilanci, consentendo così la “permanenza sul mercato” senza la “perdita” dei pezzi pregiati. Due le direttrici che sarebbero state seguite: le plusvalenze “artificiali” con lo scambio di giocatori, anche giovanissimi, a prezzi ritenuti gonfiati e le due “manovre stipendi” in seguito alla pandemia Covid. La diffusione del virus divenne – secondo l’aggiunto i pubblici ministeri Ciro Santoriello e Marco Bendoni – una “opportunità” e una “copertura formale” dietro la quale nascondere i reali motivi di una “allarmante situazione economica, patrimoniale e finanziaria” che negli ultimi anni ha portato l’azionista di  maggioranza Exor a dover pompare 700 milioni di euro per gli aumenti di capitale, operazioni straordinarie che sarebbero state dunque eseguite a prezzi che tenevano conto di un book value diverso da quelli effettivo.

 

LE ACCUSE

 

L’indagine iniziata dalla Procura di Torino e dalla Guardia di Finanza è partita due anni fa e prende in considerazione i bilanci della società bianconera 2019, 2020 e 2021. La chiusura delle indagini per la parte delle plusvalenze era stata notificata a ottobre, ma nuovi elementi hanno rimesso tutto in discussione. Le dimissioni in blocco del CdA della Juventus, presidente Agnelli compreso, hanno spiazzato tutti.

Tra le fattispecie oggetto di indagine ci sarebbero in primis le plusvalenze fittizie, ovvero la ipervalutazione di giocatori negli scambi con altre società o nella cessione degli stessi, è ciò da cui tutto è partito e una parte per la quale la società bianconera potrebbe essere ritenuta in buona fede, come sostenuto dal gip del Tribunale di Torino Ludovico Morello. Lo scorso ottobre lo stesso ha respinto le misure cautelari e interdittive per Andrea Agnelli e gli altri indagati. Difficile infatti dare un valore oggettivo al valore di uno sportivo, in questo calcio dei calciatori.

In seconda battura, ci sarebbe il tema alquanto discusso degli stipendi dei tesserati. Questa accusa si riferisce al periodo durante la pandemia in cui ai giocatori della Juventus è stato chiesto di spalmare lo stipendio, trovando un accordo nei mesi difficili del Covid. La “manovra stipendi” per il Gip è considerata “certamente illecita” con la sussistenza di gravi indizi. Tra questi c’è la chat whatsapp in cui Chiellini chiedendo ai compagni di squadra di chiudere l’accordo, chiosa scrivendo: “per questioni legislative di Borsa la comunicazione che uscirebbe è solo della rinuncia ai 4 mesi, è chiesto di non parlare nelle interviste sui dettagli di questo accordo”.

Gli inquirenti stanno valutando il reato di false comunicazioni sociali. Si parla di circa 34 milioni di euro mai messi a bilancio con debiti fantasma non accantonati in bilancio: presunti 7 milioni di euro da corrispondere all’Atalanta, mai contabilizzati e comparsi in una intercettazione, e 19 milioni di euro di debito verso Cristiano Ronaldo sulla base della carta mai trovata, ma esistente come emerge dalle intercettazioni al presidente Agnelli “per fortuna che Cristiano non ha lasciato in giro pizzini”. L’accusa di false comunicazioni sociali, comunemente note come falso in bilancio, è in questo caso aggravata dal fatto che la Juventus è quotata in Borsa.

Tra le accuse c’è anche quella di manipolazione del mercato. L’accusa per l’operato della società bianconera è di aver avuto anche un impatto sull’andamento dei titoli azionari con queste operazioni contestate.

Da ultimo, i PM ravvisererbbero anche l’ ostacolo alle autorità di vigilanzanell’ambito della manovra stipendi di cui sopra. Questi accordi hanno avuto ripercussioni sia sul bilancio approvato nell’ottobre 2021 sia sulle risposte date dalla Juventus alla Consob, dopo la richiesta di informazioni a riguardo.

 

SANZIONI SPORTIVE

 

Cosa rischia quindi la Juventus se l’illecito fosse confermato? Se l’ipotesi di falso in bilancio non può portare a penalizzazioni fino alla retrocessione, a meno che non sia finalizzata ad ottenere l’iscrizione ai campionati, al contrario, se venisse confermata la non regolarità della “Manovra Stipendi” l’articolo 31 comma 6 del codice di Giustizia Sportiva aprirebbe anche all’ipotesi di penalizzazione: “La società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde comunque loro compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti, è punita con l’ammenda da uno a tre volte l’ammontare illecitamente pattuito o corrisposto, cui può aggiungersi la penalizzazione di uno o più punti in classifica”.

 

 COSA RISCHIANO I CALCIATORI?

 

Appurato cosa rischia la Juventus c’è però un altro aspetto da tenere in considerazione e riguarda anche gli stessi giocatori che quella Manovra l’hanno concordata e firmata. E questa volta è il comma 11 dell’articolo 31 a chiarire i rischi per i tesserati (quindi i calciatori) che sono colpevoli di illecito: “I tesserati che pattuiscono con la società o percepiscono comunque dalla stessa compensi, premi o indennità in violazione delle norme federali, sono soggetti alla squalifica di durata non inferiore a un mese”.  Le intercettazioni sembrerebbero confermare il patto che fu firmato in piena Pandemia con la complicità dei calciatori.

di Valerio Carlesimo