
Milan, gli strali di Boban: club in imbarazzo
Nella vita (e nel calcio) si dice sempre che i nodi vengono al pettine prima o poi. E a farli venire a galla è stato Zvonimir Boban, ex dirigente rossonero ai tempi della gestione Singer, accanto a Paolo Maldini. Dalle parole pronunciate dall’ex centrocampista esce uno spaccato (preoccupante) su ciò che riguarda l’attuale management di Casa Milan. La conferma che i fondi di investimento poco attengono alle cose di calcio, basti pensare alla figura del presidente Paolo Scaroni liquidato con parole lapidarie:
“Una persona che non dovrebbe mai essere nel calcio. Non c’entra nulla col calcio. Però sai, certe persone per i poteri che hanno avuto e dalle posizioni che hanno avuto non si sono mai veramente chieste profondamente, non hanno mai creato quella struttura spirituale per chiedersi: ma è giusto che io vada di la? Perché si va ovviamente verso interessi. Ma il Milan?… Non c’entra nulla col Milan. Seppur sia comunque un grande manager, ha avuto grandi successi. Io non ho seguito la sua vita così come lui non ha seguito la mia. Una volta si doveva andare in Lega Calcio e lui non riusciva. Eravamo allo stadio, io gli davo del lei perché lo tenevo abbastanza distante, Maldini gli dice: ‘Paolo, per Zvone questo è stato il suo pane negli ultimi anni, ha fatto le istituzioni, conosce la Lega, sa fare queste cose’. Poi avevo anche nel contratto questi di doveri di rappresentanza, ma non me ne fregava nulla perché dovevamo sistemare altre cose. E il massimo dirigente fa: ‘Ok, allora mandami il tuo curriculum…’. L’ho mandato a quel paese e l’ho buttato fuori dall’ufficio. Gli ho detto: ‘Che cazzo ci fai tu nel calcio?’. Mi ha detto: ‘Perché dovrei sapere quello che hai fatto tu nella vita?’. Va bene. Non devi, ma allora neanche io ti devo portare rispetto. Ma l’ha detto in una maniera naturale, neanche rendendosi conto secondo me. Non è che me la sono presa dopo, ma al momento ho reagito prendendo e buttandolo fuori dall’ufficio. Ecco, questo penso di Scaroni”. Il discorso dell’ex trequartista la dice lunga anche sulla catena di comando del club milanista: “Personalmente sono andato a chiudere Dani Olmo. Non hanno voluto farlo, era gennaio 2020. Era tutto accordato, si doveva magari alzare qualcosa, ma era un affare da 18 più 2. Poi abbiamo preso anche Szoboszlai, era tutto accordato: 20 milioni della clausola col Salisburgo. Anche lì negato e mi son detto: ‘Ma che roba è?’ “. Non manca una ricostruzione sull’addio di Paolo Maldini, molto dettagliata: “Una pagina vergognosa, fatta in maniera vergognosa”. Il croato ha continuato dicendo come si sarebbe comportato l’ex terzino e capitano davanti all’offerta del Newcastle per Sandro Tonali: “Paolo non l’avrebbe mai lasciato andare. Siamo davanti a 70 milioni di differenza, non so quanti nello specifico. Tanti soldi ma che non dovevano mai venire al Milan perché Tonali non doveva andare via dal Milan. Perché il ragazzo è milanista”. Infine, l’ex calciatore e dirigente torna sulla chiamata del Milan nel 2019 per tornare in rossonero da dirigente: “Io lascio la FIFA, Paolo mi chiama quando Leonardo è andato via. Paolo voleva andare via, gli dissi: ‘Sei più tu Milan del Milan che c’è oggi, non puoi andare via’. Così sono partito per Milano, Paolo era incerto se restare o no, io ero felice di tornare nella società che amo profondamente. Non sono nato milanista, ma lo sono diventato. Arrivo, mi rendo conto che la squadra va cambiata tutta e di fatto in sei mesi abbiamo cambiato 13 giocatori. Era chiaro che non eravamo completi, infatti dopo il mercato dico in un’intervista che i bimbi da soli non possono giocare. E in società erano abbastanza arrabbiati. Ma ho dovuto dirlo perché era giusto così, non potevano crescere da soli e infatti a gennaio prendiamo Kjaer e Ibrahimovic, due innesti fondamentali per tutto il viaggio verso lo scudetto. Io lascio due mesi dopo per le ragioni che i milanisti sanno. Senza quei due, soprattutto senza Zlatan, nulla sarebbe stato creato di quel Milan che va verso lo scudetto e anche verso un’identità. Che Pioli, pur con tante cose sulle quali non ero d’accordo, è riuscito a inculcare”. Grande imbarazzo ai vertici di Casa Milan, ma il tifoso sa come stanno le cose e osserva l’assenza di Joseph Gerald Cardinale per la finale di Coppa Italia…..
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