Locatelli, Juventus

Calvario Juve, le 4 “sciagure” che stanno minando il progetto

30 Gennaio 2025 alle 22:46

La stagione della Juventus ha preso una brutta piega ed il primo a finire sul banco degli imputati è, come da ‘protocollo’, l’allenatore. Con il presente intervento andiamo alla ricerca delle principali cause che stanno facendo naufragare il progetto di Thiago Motta, calamitando l’attenzione su alcuni risvolti negativi, spesso trascurati, che condizionano il rendimento dell’intera squadra. Alcuni fattori sono infatti certamente tattici e da imputare alle scelte del tecnico, molti altri sono invece dovuti ad una rosa mal allestita o, talvolta, addirittura al fato. Abbiamo così stilato una lista delle sciagure che stanno seriamente mettendo in discussione il cammino e la crescita dei bianconeri.

1. La sequela di infortuni 

Il primo in ordine cronologico e forse il più grave è quello di Gleison Bremer, avvenuto durante Lipsia-Juventus dello scorso 2 ottobre.  Un pilastro della difesa che quest’anno sembrava perfettamente a suo agio nel suo ruolo e in grado di trasmettere fiducia anche ai suoi compagni di reparto. Da quel momento, non è un caso, un fiume di reti ha travolto la Juventus condannandola a molti, troppi pareggi. Altra assenza importante è quella di Cabal, anch’egli vittima di un grave infortunio nella prima fase della stagione.  Non ha fatto eccezione Nico Gonzalez che è mancato per quasi tutto il girone d’andata della Serie A. Lo scarso minutaggio dell’ex Fiorentina non solo ha privato il terminale offensivo a Thiago Motta, ma ha anche rallentato la sua integrazione all’interno del gruppo. Le sventure non hanno risparmiato nemmeno Conceiçao che è stato spesso costretto a non scendere in campo in match importanti come quello in Supercoppa contro il Milan. Se poi aggiungiamo anche Milik (di lui neanche l’ombra in questa annata), ci rendiamo conto che la squadra è stata privata di molti pezzi pregiati.

2. Flop di mercato

La Juventus ha investito sul mercato, reinvestendo il tesoretto derivante dai risparmi ottenuti sugli stipendi di molti calciatori che non sono ora più a libro paga. Eppure, non tutte le scelte sono state azzeccate: il caso di Koopmeiners è forse il più lampante, ma si potrebbe parlare ad esempio anche di Douglas Luiz, o di Nico Gonzalez (anche se quest’ultimo è stato oggettivamente penalizzato dall’infortunio patito).

3. Operazione ringiovanimento, anche troppo…

Uno degli obiettivi di Giuntoli è quello di abbassare il monte ingaggi, attraverso un processo di ricambio generazionale che dia l’opportunità a calciatori più giovani, alcuni dei quali provenienti dalla Juve Next Gen. L’inserimento di future promesse è sicuramente un fatto positivo, ma probabilmente, in combinazione con l’uscita di calciatori ‘navigati’ come Chiesa, Rabiot, Szczesny adesso anche Danilo, porta d un abbassamento del livello di esperienza minimo per poter competere a certi livelli. Troppo spesso, la Juventus è stata incapace di gestire momenti della partita in cui probabilmente occorrono livelli di esperienza, concentrazione e leadership, che solo i più ‘anziani’ possono garantire. In alcune frazioni della partita, per dirla tutta, ci vorrebbe anche maggiore fisicità a centrocampo. La domanda adesso sorge spontanea: era proprio il caso di scaricare Paul Pogba?

4. Vlahovic: un alieno nello scacchiere di Thiago Motta

Uno dei principali problemi è il reparto offensivo incarnato da Vlahovic, il quale sembra un’anima persa nel 4-5-1. Non partecipa sufficientemente al gioco e quando lo fa commette errori con passaggi e stop fuori misura. Non proprio il desiderata di Thiago Motta che invece preferirebbe in quella posizione un calciatore con maggior pulizia di gioco e capace di ripiegare indietro e dialogare meglio con i compagni anche in posizione più arretrata. Dusan, invece, è essenzialmente un uomo d’area e preferirebbe essere cercato di più negli ultimi 20 metri, con cross dal fondo e verticalizzazioni veloci.

di Redazione
Juventus Thiago Motta

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