JUVENTUS, SI RIAPRE IL PROCESSO PLUSVALENZE?

23 Dicembre 2022 alle 17:01
La procura della Federcalcio punta a rimettere in discussione l’assoluzione della Juventus nel processo sportivo sulle plusvalenze. Gli inquirenti hanno chiesto per questo la revocazione della sentenza con cui la Corte d’appello della Figc aveva assolto la Juventus e altre 10 società. Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, nelle 14mila pagine ricevute dagli inquirenti torinesi esistono “numerosi nuovi e ulteriori, indizi gravi precisi e concordanti idonei a modificare la decisione finale”. La procura insiste sul sistema “collaudato nel tempo dalla Juventus di scambi incrociati di calciatori con altre società sportive non finalizzati a dotare la squadra di determinate qualità tecniche bensì di realizzazione di plusvalenze”. Il tutto “senza esborsi finanziari” con “scambi addirittura a prescindere dal soggetto da scambiare spesso neanche nominato se non con una semplice X”.  L’indagine riguarda nove club e 52 dirigenti. Lo ha reso noto la stessa FIGC in un comunicato. Sono: Juventus, Sampdoria, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Novara e Pescara, mentre i 52 dirigenti sono delle medesime società sportive. A quanto ammontano le plusvalenze? Per la Procura di Torino 156.143.000 per i tre esercizi di bilancio contestati, per la Consob 60.376.449 per 2021-2022. La nota della Juventus che spiega di aver ricevuto, unitamente ad altre 8 società di calcio italiane e relativi soggetti apicali all’epoca dei fatti, dalla Procura Federale presso la F.I.G.C. una “impugnazione per revocazione parziale, ex art. 63, del C.G.S., della decisione della Corte Federale di Appello, Sezioni Unite, n. 0089/CFA-2021-2022 del 27 maggio 2022, divenuta definitiva”. E aggiunge: “La Società potrà articolare le proprie difese nei termini previsti dal codice, confidando di poter ulteriormente dimostrare la correttezza del proprio operato, l’assenza di elementi nuovi sopravvenuti rilevanti per il giudizio rispetto alla decisione della Corte Federale di Appello e la carenza dei presupposti dell’impugnazione proposta”.
di Valerio Carlesimo