LITALIA RIPARTE DA MANCINI

L’ITALIA RIPARTE DA… MANCINI

28 Marzo 2022 alle 19:47
Il dilemma Mancini

Martedì sera la Nazionale tornerà nuovamente in campo per l’oramai inutile partita contro la Turchia. Sono giorni di crisi, di tristezza e di riflessioni. Il dilemma: Mancini resta o se ne va? Mancini, sicuramente uscito come un pugile suonato dall’eliminazione dal Mondiale, fino ad ora non ha avuto alcuna fretta di decidere. Qualche giorno fa le voci di addio erano state allontanate dal Presidente della FIGC, Antonio Gravina, anche se sui giornali si è continuato a discutere del suo futuro. Il nome più accostato alla Nazionale è stato quello di un allenatore fatto in casa, come Fabio Cannavaro (perchè no affiancato da Marcello Lippi), si è discusso anche di allenatori esperti quali Carlo Ancellotti, Claudio Ranieri, Antonio Conte ed infine si è passati ad analizzare profili emergenti di sicura affidabilità quali Stefano Pioli, Rino Gattuso. 

La conferenza stampa: Mancini non si dimette 

Roberto Mancini è tornato sui suoi passi ed è pronto a guidare l’Italia fino al 2026. La delusione per la mancata qualificazione al Mondiale in Qatar non è svanita, la voglia di continuare il percorso è però superiore di qualsiasi pugno in faccia. Salvo sorprese l’attuale ct resterà in sella per continuare il progetto, per rinnovare la Nazionale. Queste le principali dichiarazioni di Roberto Macini nell’attesa conferenza stampa di vigilia di Turchia-Italia: “Abbiamo parlato col presidente in questi giorni, siamo allineati su tutto”. Sull’esclusione di Jorginho, Immobile Insigne il ct ha riferito che si è trattato di una scelta  obbligata: “Li ho obbligati io ad andare via perché se posso fare qualcosa per loro e per i club noi lo facciamo… Non avrebbero giocato, alcuni non erano al meglio fisicamente. Alcuni di loro li ho obbligati ad andare: il Chelsea ci ha mandato Jorginho tre giorni prima, non gli ha fatto giocare l’FA Cup. Anche Florenzi e Politano, non al meglio, li ho rispediti a casa perché non avrebbero giocato” 

Come sarà la nuova Italia? 

Rinnovamento, non rivoluzione. Perchè Mancini è convinto che la base sia solida. Serve qualche ritocco, nella scelta tattica e, soprattutto, negli uomini. In attesa del recupero di Spinazzola e Chiesa, spazio a Scamacca e Zaniolo, più il jolly Raspadori, che può giocare in tutti i ruoli del tridente. La ‘nuova’ Italia ripartirà dal 4-3-3, ma potrebbe avere sfumature di 4-2-3-1: molto dipenderà dagli interpreti in mezzo al campo, dove solo Verratti resta intoccabile.

di Redazione